CERCATORE
DI SOGNI
Mi piace pensare a Francis Misitano come a un avventuroso
personaggio d'altri tempi, un "cercatore d'oro" (unico metallo
escluso dalla sua ricerca) che viaggiando con la sua alta
figura sugli arenili della costa, abbia scoperto negli oggetti
abbandonati sulla spiaggia, forme e contenuti dei suoi sogni.
Egli porta in sé la grazia delle scoperte infantili, riesce
a vedere nelle vecchie radici consumate dall'acqua salmastra
e dall'aggressione dei venti, immagini e figure prigioniere
della materia che egli libera, nel segno di un progetto che
è poi quello di esprimersi e di raccontare le sue aspirazioni,
comunicando le sue sensazioni e i suoi pensieri. Vecchi copertoni
neri, cilindri di ferro aggrediti dalla ruggine, oblò infranti
che riportano alla luce misteriosi fondali e antiche memorie
di mitologici viaggi, invadono le stanze segrete del suo studio
che guarda il mare aperto di Mortelle. In questo alchemico
laboratorio Francis opera le sue trasformazioni, restituisce
agli oggetti da tutti trascurati una nuova vita, inventando
sulla loro umile storia, miti e favole del nostro tempo, assediato
dal consumismo e dall'omologazione ai modelli industriali.
Egli "riveste" i suoi ritrovamenti coi colori e la luce dei
tramonti del litorale, plasma la loro inerte presenza rimodellandone
la struttura e ci restituisce giovani delfini e creature del
mare, sperduti agnelli, strani cavalli e piccole icone raffiguranti
creature dimenticate dalla storia. Gli è compagno talvolta,
in questo lieto vagabondare sulla spiaggia, un bambino la
cui presenza lentamente riporta nel cuore di Francis la freschezza
e l'istintiva creatività dell'infanzia, il suo nipotino Fulvio.
Queste due figure, sullo sfondo del mare siciliano, ci vengono
incontro come provenissero da un sogno che tutti vorremmo
perseguire e che invece preferiamo deporre. Un sogno che si
materializza nelle strane "cose" di Francis, rendendole quasi
magiche, trasformandole in totem di ancestrali memorie.
di
Maria Froncillo Nicosia